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Canto 3 Inferno Testo E Parafrasi Pdf: Guida Completa - Testi Vari

Canto 3 Inferno Testo E Parafrasi Pdf: Guida Completa

Canto XV dell'Inferno testo, parafrasi, significato e analisi del
Canto XV dell'Inferno testo, parafrasi, significato e analisi del

Se sei alla ricerca del testo e della parafrasi del Canto 3 dell’Inferno di Dante Alighieri, sei nel posto giusto. In questo articolo, ti guideremo attraverso il testo e la parafrasi del Canto 3 dell’Inferno in formato PDF, in modo da poterli consultare comodamente sul tuo dispositivo.

Cosa è il Canto 3 dell’Inferno?

Il Canto 3 dell’Inferno è il terzo canto della Divina Commedia di Dante Alighieri. Questo canto è noto come l’Inferno dell’Antinferno, ovvero la parte dell’Inferno che si trova all’ingresso e che ospita le anime che non hanno preso una posizione durante la loro vita.

Come si presenta il Canto 3 dell’Inferno?

Il Canto 3 dell’Inferno si presenta come una sorta di antro oscuro e terribile, dove le anime dei morti sono costrette a vivere in eterno. Dante descrive questo luogo come un luogo di dolore e sofferenza, dove le anime sono costrette a vivere in eterno la loro condanna.

Il testo del Canto 3 dell’Inferno

Il testo del Canto 3 dell’Inferno è composto da 151 versi. Qui di seguito, ti riportiamo il testo completo del Canto 3 dell’Inferno. “Inferno Canto 3” “Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore; fecemi la divina podestate, la somma sapienza e ‘l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”. Queste parole di colore oscuro vid’io scritte al sommo d’una porta; per ch’io: “Maestro, il senso lor m’è duro”. Ed elli a me, come persona accorta: “Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta. Noi siam venuti al loco ov’i’ t’ho detto che tu vedrai le genti dolorose c’hanno perduto il ben de l’intelletto”. E poi che la sua mano a la mia pose con lieto volto, ond’io mi confortai, mi mise dentro a le segrete cose. Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l’aere senza stelle, per ch’io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d’ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s’aggira sempre in quell’aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira. E io ch’avea d’error la testa cinta, dissi: “Maestro, che è quel ch’i’ odo? e che gent’è che par nel duol sì vinta?”. Ed elli a me: “Questo misero modo tengon l’anime triste di coloro che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ché alcuna gloria i rei avrebber d’elli”. E io: “Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa sì forte?”. Rispuose: “Dicerolti molto breve. Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che ‘nvidïosi son d’ogne altra sorte. Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

La parafrasi del Canto 3 dell’Inferno

La parafrasi del Canto 3 dell’Inferno consiste in una rielaborazione del testo in parole più semplici e comprensibili. Qui di seguito, ti riportiamo la parafrasi del Canto 3 dell’Inferno. Nel Canto 3 dell’Inferno, Dante descrive l’Antinferno, ovvero la parte dell’Inferno che si trova all’ingresso e che ospita le anime che non hanno preso una posizione durante la loro vita. Qui, Dante incontra Virgilio, il suo guida, che lo conduce attraverso questo luogo oscuro e terribile, dove le anime dei morti sono costrette a vivere in eterno. Dante descrive questo luogo come un luogo di dolore e sofferenza, dove le anime sono costrette a vivere in eterno la loro condanna. Dante legge poi le parole “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate” scritte al sommo d’una porta, che gli indicano che non c’è speranza di uscita da questo luogo. Qui, Dante ascolta i lamenti delle anime che hanno perso il ben dell’intelletto e che sono costrette a vivere in eterno la loro condanna. Queste anime sono mescolate con quelle dei cattivi angeli, che non furono né ribelli né fedeli a Dio, ma che agirono per sé stessi. Queste anime non hanno più speranza di morte e la loro cieca vita è così bassa che invidiano ogni altra sorte. Dante viene poi invitato dal suo guida a non preoccuparsi di queste anime, ma semplicemente a guardarle e passare.

Conclusioni

In questo articolo, ti abbiamo guidato attraverso il testo e la parafrasi del Canto 3 dell’Inferno di Dante Alighieri. Speriamo che questa guida ti sia stata utile per comprendere meglio questo importante passo della Divina Commedia. Ricorda che puoi trovare il testo e la parafrasi del Canto 3 dell’Inferno in formato PDF online.

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