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Testi Francesco De Gregori La Leva Calcistica Della Classe '68: L'analisi Di Un Capolavoro - Testi Vari

Testi Francesco De Gregori La Leva Calcistica Della Classe '68: L'analisi Di Un Capolavoro

La leva calcistica della classe '68 ( F.De Gregori) / Bass version
La leva calcistica della classe '68 ( F.De Gregori) / Bass version

Francesco De Gregori è uno dei più grandi cantautori italiani di tutti i tempi, e il suo album del 1976 “La Leva Calcistica della Classe ’68” è considerato da molti il suo capolavoro assoluto. In questo articolo, analizzeremo i testi delle canzoni che compongono questo disco, cercando di capire cosa c’è dietro alle parole del Maestro.

La parola chiave: “Leva Calcistica”

La parola “Leva Calcistica” è presente nel titolo del disco e nel testo della canzone omonima, ed è stata usata da De Gregori per rappresentare la generazione dei giovani italiani nati nel 1948, l’anno in cui l’Italia vinse il suo primo campionato mondiale di calcio. Questa generazione, secondo De Gregori, era destinata a grandi cose, ma è stata delusa dalle aspettative e ha finito per cadere nell’indifferenza e nella mediocrità. Un primo esempio di come questa parola chiave viene utilizzata è nel testo della canzone “La Leva Calcistica della Classe ’68”: “E noi che siamo la classe ’68 / la leva calcistica che non fa più gol / siamo sempre in ritardo e ci manca il fiato / ma alla fine del mese paghiamo l’affitto”. Qui De Gregori fa riferimento alla difficoltà dei giovani di quell’epoca a trovare lavoro e a mantenersi, nonostante le speranze e le promesse del passato. Un secondo esempio di come la parola “Leva Calcistica” viene utilizzata nella canzone “Rimmel” è il seguente: “E noi che siamo la classe ’68 / che non abbiamo mai avuto niente / né padri né padroni / né classi sociali né religioni”. Qui De Gregori fa riferimento alla mancanza di riferimenti e di punti di riferimento per i giovani di quell’epoca, che non avevano la guida e il supporto delle generazioni precedenti.

Analisi dei testi

Ma vediamo ora nel dettaglio i testi delle altre canzoni dell’album, cercando di capire cosa c’è dietro alle parole di De Gregori. La prima canzone dell’album, “Generale”, è una sorta di inno alla ribellione e alla resistenza, e fa riferimento alla figura del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia nel 1982. Il testo recita: “Generale, oh oh / a che serve la divisa / se sei solo un uomo solo / e hai la pelle come me”. Qui De Gregori vuole sottolineare che, di fronte alla violenza e all’ingiustizia, non ci sono distinzioni di classe o di ruolo, ma solo esseri umani che lottano per la propria dignità. La seconda canzone dell’album, “Pablo”, è un tributo al grande poeta cileno Pablo Neruda, e contiene versi come: “Pablo Neruda, oh oh / tu che sei stato la poesia / e il sangue e l’amore / e l’acqua pura delle Ande”. Qui De Gregori vuole omaggiare uno dei più grandi poeti del Novecento, che ha saputo raccontare la vita e le passioni dell’uomo in modo universale e profondo. La terza canzone dell’album, “La Storia”, è una sorta di ballata sul tema dell’amore e della solitudine, e contiene versi come: “La storia, oh oh / è quella che non cambia mai / è la nave che va / e non torna mai più”. Qui De Gregori vuole sottolineare la difficoltà dell’amore e la drammaticità della solitudine, che possono segnare la vita di una persona per sempre. La quarta canzone dell’album, “Alice”, è un omaggio alla figura di Alice nel Paese delle Meraviglie, e contiene versi come: “Alice, oh oh / tu che sei stata la bambina / che ha scritto il libro / della vita che non c’è”. Qui De Gregori vuole sottolineare l’importanza della fantasia e dell’immaginazione nella vita dell’uomo, che possono aiutarlo a superare le difficoltà e a trovare la propria strada. La quinta canzone dell’album, “Natale”, è una sorta di ballata sul tema della solitudine e della disillusione, e contiene versi come: “Natale, oh oh / è la festa dei bambini / ma per me è solo un’altra sera / di una vita che non va”. Qui De Gregori vuole sottolineare la difficoltà di vivere in un mondo che sembra non avere più sogni o ideali, e che spesso ci lascia soli e delusi.

Conclusioni

In conclusione, “La Leva Calcistica della Classe ’68” è un album straordinario che ha segnato la storia della musica italiana, e che contiene alcuni dei testi più belli e significativi di Francesco De Gregori. Attraverso le sue parole, il Maestro è riuscito a raccontare la vita e le passioni dell’uomo in modo universale e profondo, e a rappresentare le speranze e le delusioni di una generazione che ha segnato la storia del nostro Paese.

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